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Spendore e decadenza della "città dei cenci" nelle avventure di un solitario casellante, tra illusioni giovanili e tragicomici azzardi, truffe, amori, pestaggi e disinganni. Attorno al protagonista si muovono, in una sorta di girotondo bizzarro e malinconico, cinematografari in trasferta, industriali debosciati, una donna misteriosa e un vecchio pittore che dipinge solo la villa di Medicea di Artimino, sullo sfondo di una Filato/Prato a cavallo tra gli anni Ottanta dell'"età dell'oro" e la crisi dei primi Duemila.